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Pyre

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Ibrido tra una visual novel, un RPG e un gioco di basket 3 vs 3: Pyre è l’ultimo gioco sviluppato da Supergiant Games, team talentuoso già creatore di due titoli di altissima qualità: Bastion del 2011 e Transistor del 2014.
Il team americano si è sempre distinto nel creare giochi con un gusto ricercato per quanto riguarda trama, stile grafico bidimensionale con tavole disegnate a mano, e colonna sonora di altissimo livello a cura del compositore Darren Korb; anche Pyre ha queste tre caratteristiche, ma si differenzia dai suoi predecessori grazie a un gameplay totalmente originale.

Storia

Pyre segue in prima persona le vicende di un personaggio senza nome, che verrà chiamato in seguito “reader” per la sua capacità di leggere antichi testi necessari per affrontare dei misteriosi rituali.
Il nostro eroe verrà trovato in fin di vita – e salvato – da 3 viandanti, i quali sono i componenti del triumvirato Nightwings, e sono stati banditi dal Commonwealth (una sorta di paradiso) e cacciati nel Downside (una sorta di purgatorio) per aver commesso svariati crimini; i nostri amici dovranno affrontare i membri degli altri triumvitati in dei rituali che permetteranno alla fine di poter salvare un membro del gruppo e poterlo far tornare al Commonwealth.
Durante la nostra avventura conosceremo molte persone che potranno unirsi al nostro gruppo per aiutarci nella nostra impresa, così come incontreremo molti nemici da affrontare fino a quando non riusciremo a salvare il numero più alto possibile di alleati.
La storia è raccontata in maniera impeccabile, ma soltanto nella lingua inglese, tra l’altro vengono utilizzati termini non più in uso nella lingua corrente, quindi non risulta di facile comprensione per chi non ha confidenza con la lingua.

Comparto tecnico

Come al solito Supergiant Games ci stupisce con una grafica bidimensionale coloratissima e fondali e sprite disegnati a mano con una cura maniacale, basta guardare alcuni screenshots per rimanere affascinati dallo stile e dal talento del team americano: la versione da noi provata gira su PS4 Pro a 4k nativi e non abbiamo notato alcun rallentamento, nemmeno nei momenti in cui il ritmo di gioco si faceva più intenso.
Il comparto audio non è da meno, con una colonna sonora che non sfigurerebbe tra opere ben più blasonate e non soltanto appartenenti al mondo videoludico, Darren Korb ha svolto un lavoro encomiabile componendo musiche che calzano a pennello con la trama visionaria e surreale di Pyre.

Gameplay

Come detto prima, Pyre è un ibrido tra un gioco di ruolo e un titolo sportivo a squadre; trascorreremo il tempo a interagire con gli altri personaggi, visitare mercanti, imparare nuove abilità e potenziare i singoli personaggi per affrontare al meglio i rituali, i quali non sono altro che partire 3 contro 3 in uno sport che assomiglia alla pallacanestro, dove al posto dei canestri ci sono 2 pire infuocate: l’obiettivo è quello di posizionare una sfera magica all’interno della pira avversaria per indebolirla e infine spegnerla e così portare alla vittoria la propria squadra.
Ogni componente della squadra avrà caratteristiche e abilità differenti, quindi bisogna scegliere i 3 giocatori più adatti ad affrontare i team avversari, anch’essi dotati di caratteristiche differenti tra loro.
Portando al termine un certo numero di rituali, avremo la possibilità di salvare un membro della squadra e fargli raggiungere il Commonwealth. Da qui in poi il gioco diventerà più ripetitivo: infatti dopo il primo salvataggio dovremo ripetere altri rituali con le squadre affrontate in precedenza e visitare di nuovo gli stessi posti, per portare in salvo gli altri membri del gruppo, l’ordine in cui salveremo i nostri amici andrà a modificare il finale del gioco, quindi ci sarà qualche motivo per portare al termine il gioco più di una volta.
Una nota dolente riguarda il comparto multiplayer, in quanto non è possibile affrontare avversari online, ma soltanto in locale. Si spera in una patch che possa offrire la prima possibilità.

Conclusioni

Pyre non è un gioco adatto a tutti, la sua natura ibrida potrebbe fare storcere il naso ai puristi di giochi di ruolo o di titoli sportivi ma, al contempo, offre uno stile unico e inconfondibile che soltanto i titoli di Supergiant Games sono in grado di offrire. Il gioco non è perfetto, diventa nella parte finale ripetitivo e non offre ai giocatori la possibilità di affrontarsi online, ma rimane un ottimo prodotto, consigliato a chi apprezza i titoli indipendenti di spessore e rimane affascinato dalla grafica bidimensionale e da una colonna sonora di ottima fattura anche se minimale, composta soltanto da voce e chitarra, senza per forza pretendere milioni di poligoni su schermo e sentire musiche da orchestra come ci hanno abituato i tripla A.

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