Cloud gaming = futuro?

Lo scorso giugno, Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, ha rilasciato delle dichiarazioni destinate a far discutere: secondo il fondatore dello studio francese, la prossima generazione di console sarà l’ultima per come la conosciamo, destinata a lasciare il posto al cloud gaming. E in effetti il futuro sembra volgere verso questo tipo di servizio, come lasciano intuire gli interessamenti da parte di Activision, Sony col suo PlayStation Now (e prima ancora, l’acquisto di Gaikai), più una miriade di servizi recenti come Nvidia Grid, Liquidsky, Vortex o Snoost. Ma la “bomba di mercato” maggiore proviene da Redmond, Washington; infatti, secondo le ultime voci, pare che Microsoft voglia creare due versioni della nuova Scarlet, nome in codice della prossima Xbox: una console “classica” e l’altra, più economica e completamente incentrata sul GooS (gaming as a service), ovvero, il cloud streaming.

Certo, le intenzioni sono interessanti, e anche sotto il profilo del progresso tecnologico sembra che il GooS rappresenti il futuro prossimo, con servizi più vicini a ciò che offre Netflix: Snoost, per esempio, prende pesantemente ispirazione dal servizio di streaming cinematografico e televisivo californiano, con piani di abbonamento che partono da 12,95€ al mese per un’esperienza a 480p, fino ad arrivare a pagare 38,85€ mensili per il gaming a 1080p. Ma il nodo gordiano della questione cloud gaming è rappresentato sempre dalle infrastrutture di rete, dove i lag spikes la fanno da padrone: prendendo per esempio il nostro paese, secondo il report dell’AGCOM scopriamo che solamente il 25% della popolazione ha accesso a una connessione internet che supera i 100Mbps, e un fortunato 2% che usufruisce di una rete FTTH (fiber to the home). Dato parecchio sconfortante, reso ancora più deprimente se controlliamo la classifica della velocità delle connessioni mondiali pubblicata da M-Lab, dove l’Italia si assesta al 43° posto, quart’ultima nazione europea.

Tornando all’attualità del cloud gaming, al momento abbiamo qualche timido servizio, come quelli citati all’inizio, e tante promesse: è il caso di Microsoft. La voce di una nuova Xbox dedicata solo ed esclusivamente allo streaming potrebbe essere la svolta decisiva per un nuovo modo di intendere i videogiochi. Non a caso, da qualche giorno molte sono le notizie che vedono l’azienda di Bill Gates intenta a tornare nel settore degli smartphone, nonostante il fallimento di Windows Phone e di Surface Phone (che, a inizio anno, rappresentavano solamente lo 0,15% della fetta di mercato!): alla fine, il motto che ha contraddistinto Xbox One è “play anywhere”, con una sorta di interconnessione tra la console e i PC con Windows 10: e se questa connessione si allargasse anche agli smartphone, così come fa Remotr? Rientrerebbe nelle classiche innovazioni a cui Microsoft aspira fin dagli inizi della sua storia.
Ma vi è anche un pericoloso precedente andato male, che riguarda una console dedicata esclusivamente allo streaming: è il caso di PlayStation TV, un piccolo media center creato da Sony per poter giocare sui televisori di casa con i titoli PlayStation Vita, coadiuvato anche dal supporto a PlayStation Now. Fu un fallimento commerciale: la piccola scatolina nera di Sony non aveva nessun appeal per i giocatori, con un costo elevatissimo per ciò che veniva offerto, e il progetto venne accantonato dopo soli due anni dall’uscita nei negozi.

Non basta il caso di PlayStation TV a rendere dubbia l’effettiva funzionalità del GooS; prendiamo sempre come esempio l’ipotetica “doppia” Xbox: come verrebbe impostato il marketing di Microsoft? Quale sarebbe la vera differenza delle due versioni, all’infuori del costo meno elevato per la versione dedicata allo streaming? E se quest’ultima avesse più problemi rispetto a una console classica, essendo legata a doppio filo dalle infrastrutture di rete del proprio territorio? Sarebbe devastante per una Microsoft non più disposta a inseguire le concorrenti nella prossima generazione di console. Certo, in caso contrario verrebbe fuori qualcosa di rivoluzionario, e rappresenterebbe davvero l’inizio di una nuova era nel gaming, ma al momento è tutto un grande “se”, visto che non si sa se effettivamente negli studi di Redmond si stia progettando una Xbox dedita esclusivamente alle funzionalità cloud.
Più concreta, invece, sembra la linea intrapresa da Activision; pochi giorni fa, il COO Coddy Johnson ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a proposito del cloud gaming:

«Pensiamo che sul lungo termine l’impatto del gaming basato sul cloud e sullo streaming sarà positivo sia per noi che per l’intera industria videoludica. Innanzitutto perché ha il potenziale di accrescere la base di videogiocatori, raggiungendo quelli che non possono permettersi una console o un PC all’ultimo grido. E, in secondo luogo, venendo in aiuto di chi gioca già, offrendo esperienze più accessibili. C’è ancora tanto lavoro da fare prima che la tecnologia possa essere disponibile per la maggior parte del pubblico, ma crediamo che prima o poi accadrà, probabilmente non a breve, ma quando verrà il momento anche Activision ci sarà.»

Insomma, i piccoli passi verso il futuro, che sia prossimo o più in là nel tempo, ci sono tutti: servizi in abbonamento come Vortex, Snoost o Gamefly sono già disponibili, mentre i giganti del settore come Sony, Microsoft e Activision guardano con interesse il gaming as a service. Il futuro del settore si giocherà su questo campo, e il calcio di inizio aspetta solamente di essere battuto.




Vivendi esce da Ubisoft: tutti i dettagli dell’operazione.

Ubisoft ha annunciato di avere trovato un accordo con Vivendi per la fuoriuscita di quest’ultima dalla composizione societaria. Dopo una lunga lotta per contrastare l’acquisizione ostile da parte di Vivendi e numerose perplessità sull’operazione, la guerra per il controllo del colosso francese del gaming pare essere stata vinta dalla famiglia Guillemot.
Vivendi era entrata nell’assetto societario di Ubisoft nel 2015, ha investito 794 milioni di euro in tre anni e cedendo adesso l’intero pacchetto azionario del 27,3% (30.489.300 di azioni per un valore di circa 2 miliardi di euro) realizzerà una plusvalenza di oltre 1,2 miliardi di euro. Di queste, 18.368.088 verranno acquisite da investitori qualificati, 3.030.303 da Guillemot Brothers SE e la restante parte tornerà a Ubisoft.
Nell’ambito della cessione subentreranno due nuovi investitori a lungo termine, l’Ontario Teachers Pension Plan, che ha acquistato azioni tramite il ramo Relationship Investing della divisione Public Equities, e il colosso cinese Tencent, con il quale è stata sancita una partnership strategica che accelererà l’ingresso in Cina dei franchise della società transalpina.

In particolare, l’operazione sarà così strutturata:

Ontario Teachers’ Pension Plan ha acquistato 3.787.878 di azioni, pari al 3,4 % del capitale, per un prezzo di circa 250 milioni di euro.
Tencent ha acquistato 5.591.469 di azioni Ubisoft, pari al 5.0% del capitale, per un prezzo di circa 369 milioni di euro.
Quella fra Ubisoft e Tencent sarà un’alleanza strategica che accelererà significativamente la crescita dei prodotti Ubisoft in Cina nei prossimi anni.
Ubisoft ha accettato di riacquistare 9.090.909 delle proprie azioni (pari all’8,1% del capitale, per un prezzo di circa 600 milioni di euro) da Vivendi attraverso una transazione strutturata sotto forma di forward sale (vendita a termine) tramite Crédit Agricole Corporate Investment Bank (CACIB) e di un successivo meccanismo di buy-back  (riacquisto di azioni proprie), che consentirà a Ubisoft di acquistare progressivamente le azioni in un arco di tempo che va dal 2019 al 2021. Il riacquisto sarà strutturato, da un lato, tramite uno strumento derivato con il quale Ubisoft stipulerà un accordo di pagamento anticipato su parte delle azioni, con liquidazione delle azioni alla scadenza nel 2021 o anticipatamente e, per le restanti azioni, tramite un total return swap con liquidazione a scadenza o anticipata a discrezione di Ubisoft, o in contanti (con Ubisoft che beneficerà o sopporterà la variazione del valore delle azioni) o con un regolamento in azioni a fronte del pagamento del prezzo delle stesse azioni. Il riacquisto di azioni sarà finanziato principalmente attraverso le risorse finanziarie di Ubisoft. In caso di aumento delle dimensioni del Private Placement (l’insieme di operazioni attraverso cui emittenti pubblici e privati offrono strumenti finanziari di nuova emissione che vengono collocati presso un numero limitato di destinatari internazionali), il numero di azioni che saranno riacquistate da Ubisoft verrà ridotto di conseguenza.

Nell’ambito della transazione, la Guillemot Brothers SE acquisirà 3.030.303 di azioni (pari al 2,7% del capitale, per un prezzo di circa 200 milioni di euro), arrivando a un totale di 17.406.414 di azioni per un totale del 19.4% dei diritti di voto e il 15.6% del capitale azionario: sommando le azioni del CEO, i Guillemot avranno un totale di 20.636.193 di azioni, che si traducono nel 24.6% dei diritti di voto in assemblea e nel 18.5% del capitale azionario. L’acquisto sarà strutturato sotto forma di strumento derivato, Guillemot Brothers SE aderirà a un contratto a termine con CACIB e a un collar (strategia per cui, ad ogni 100 azioni acquistate, viene associato l’acquisto di 1 put e la vendita di 1 call) sulle azioni Ubisoft, a scadenza nel 2021 o anticipato, e liquidato in azioni o in contanti. Le azioni sottostanti il ​​collar vengono date in pegno a CACIB, che sarà autorizzata a riutilizzarle da Guillemot Brothers SE a determinate condizioni specificate nell’accordo.
La rimanente quota ceduta da Vivendi, 8.988.741 di azioni (pari all’8,0% del capitale), sarà venduta tramite un Accelerated Bookbuilding (procedura svolta in tempi rapidi con cui vengono cedute a investitori istituzionali quote societarie particolarmente rilevanti) le cui dimensioni, in base al livello di interesse nel collocamento, potrebbero essere aumentate fino a 1.500.000 di azioni, riducendo di conseguenza il numero di azioni riacquistate da Ubisoft. J.P. Morgan Securities Plc fungerà da Sole Global Coordinator (dunque unico coordinatore globale) per l’Accelerated Bookbuilding. CACIB, come controparte di Guillemot Brothers SE nel contratto a termine e nel collar, venderà anche 2.887.879 azioni nell’hedging delle sue operazioni in strumenti derivati. Per chiarezza, l’hedging consiste in una serie di operazioni di copertura del rischio per proteggersi dagli eventi negativi legati a un altro investimento.

Il prezzo di acquisto per ogni azione è stato concordato in 66 euro, e oggi il titolo ha chiuso alla borsa di Parigi a 68,56 euro.
A seguito della transazione, Vivendi si impegna a non detenere più alcuna partecipazione in Ubisoft né ad acquisire azioni in Ubisoft per 5 anni.

Yves Guillemot, CEO e Co-Founder di Ubisoft, ha dichiarato:

«L’evoluzione del nostro assetto azionario è una grande novità per Ubisoft, ed è stato reso possibile dall’eccezionale messa in atto della nostra strategia e dal decisivo supporto degli “Ubisoft talents” e “players” e dei nostri azionisti. Voglio ringraziarli tutti calorosamente. L’investimento dei nuovi azionisti di lungo termine dimostra la loro fiducia nel futuro e nella creazione di valore di Ubisoft, e il riacquisto delle azioni da parte di Ubisoft sarà un vantaggio per tutti gli azionisti. Finalmente gli accordi di partnership strategiche  che abbiamo sottoscritto ci permetteranno di accelerare la nostra crescita in Cina negli anni a venire e di entrare in un mercato dal grande potenziale.
Oggi Ubisoft sta raccogliendo i frutti di una strategia di lungo termine e la profittevole trasformazione verso un business che accrescerà i profitti. Ubisoft ha la posizione ideale per sfruttare i numerosi driver di crescita del mercato dei videogame nei prossimi anni: siamo concentrati più di prima nella finalizzazione del nostro piano strategico.»

Il gruppo di Vincent Bollorè aveva già acquisito Gameloft da Ubisoft e, nonostante l’exit dalla società, «conferma la sua intenzione di rafforzare la propria presenza nel settore dei videogiochi, particolarmente dinamico, che è uno dei capisaldi dello sviluppo del Gruppo».




Ubisoft raggiungerà il suo miglior fatturato di sempre nel prossimo anno fiscale?

Secondo le previsioni della stessa compagnia, che ha registrato un guadagno di quasi 1,2 miliardi di euro nei primi nove mesi dello scorso anno fiscale (iniziato l’1 aprile 2017), si aspetta il raggiungimento degli 1,6 miliardi entro la fine del suddetto (31 marzo 2018), ma le vedute sembrano essere molto più larghe e ottimistiche: lo stesso Yves Guillemot sta riponendo molta fiducia nelle espansioni di Assassin’s Creed Origins e sopratutto nel lancio di Far Cry 5, che secondo la casa francese potrebbe essere non solo il migliore della serie, ma persino l’uscita più importante in assoluto della prima metà del 2018.
Una grandissima parte del reddito di Ubisoft arriva inoltre dal mercato digitale, da cui proviene il 60% delle entrate attuali e, con incredibile sorpresa, il primato di vendite recentemente ottenuto non proviene nè dalle distribuzioni su pc nè dalle grandi console casalinghe, ma bensì dalla console ibrida di Nintendo: Mario + Rabbids Kingdom Battle non solo è il gioco third party più venduto su Switch, ma ha portato la stessa casa produttrice al primo posto per quanto riguarda questo settore, il che ha sicuramente incoraggiato la compagnia a sviluppare più titoli del genere e a includere i team più importanti nella produzione.
Ma è nell’anno fiscale 2018/2019 che si aspetta il “boom”: grazie all’uscita di The Crew 2 e Skull and Bonesannunciati allo scorso E3, in uscita rispettivamente il 16 marzo e durante il prossimo autunno, si prevede un fatturato di 2,1 miliardi di euro, il più alto di sempre per Ubisoft, che per l’occasione ha reso pubblico un grafico che mostra le sue entrate (espresse in milioni di euro) dal 2005 al 2019, basandosi ovviamente sugli obbiettivi posti per quanto riguarda gli ultimi due anni.

Che sia un’aspettativa troppo ottimista? Non resta che aspettare e vedere come i prossimi i titoli in uscita verranno accettati dal grande pubblico.




Yves Guillemot parla del nuovo Avatar targato Ubisoft

Mentre molti sviluppatori oggi evitano di lavorare su giochi con licenza, Ubisoft al contrario continua a investire risorse in giochi basati su popolari brand come Avatar di James Cameron e South Park. In un’intervista rilasciata a IGN durante la Gamescom 2017, il CEO di Ubisoft Yves Guillemot ha spiegato perché la società ha intrapreso questa strada:
«Ciò di cui ci siamo resi conto quando abbiamo iniziato a creare mondi è che la qualità del mondo attorno al gioco è molto importante per l’esperienza», ha affermato Guillemot, sottolineando come Avatar sia apparso loro, come Star Wars, un «mondo fantastico con dietro una filosofia». Massive Entertainment, sviluppatore di The Division,  sta ora lavorando con Fox Interactive e con Lightstorm Entertainment di Cameron per creare un gioco che il regista Avatar ritiene possa «portare alla vita la bellezza e il pericolo di Pandora».
Secondo Guillemot, Ubisoft vede il nuovo Avatar come un’opportunità per utilizzare «squadre che sono appassionate di quel mondo» per creare un progetto impegnativo con una visione a lungo termine. «Abbiamo detto, “va bene, dobbiamo ripensare i termini con l’industria cinematografica.” E così abbiamo fatto».
Ubisoft Montreal ha sviluppato un gioco d’azione di terza persona nel 2009 che è stato un prequel di Avatar, e che non ha avuto gran successo di critica.
Questa volta, Ubisoft sta rinnovando il proprio approccio: «Ora stiamo unendo le forze e andiamo avanti in quest’ottica, assicurandoci che il mondo funzioni bene, che le persone vengano e rimangano a lungo tempo divertendosi, avendo la possibilità di usufruire regolarmente di nuovi contenuti», ha spiegato Guillemot. «Dobbiamo ricostruire il rapporto con i nostri studi, e facendo questo penso che possiamo ricreare qualcosa di completamente diverso».
Come il film Avatar 2, che non verrà rilasciato fino a dicembre 2020, il prossimo Avatar di Ubisoft è ancora lungi dall’essere rilasciato, e ciò darà Massive Entertainment un sacco di tempo per creare un’esperienza convincente. «Dato che per l’uscita del film ci vorrà ancora qualche anno, abbiamo abbastanza tempo per creare qualcosa di fantastico», ha detto Guillemot.
Avatar non è l’unico gioco che ha dietro una licenza; Ubisoft rilascerà infatti a breve South Park: The Fractured But Whole.




Come si pronuncia “Ubisoft”?

Girando per il web, e guardando video su YouTube, a volte ci si imbatte in cose davvero bizzarre e divertenti. Nello specifico, vi siete mai chiesti quale fosse la giusta pronuncia della parola “Ubisoft“? Beh, sinceramente neanche noi, ma l’azienda ha voluto porre questa domanda ai suoi dipendenti e il risultato è visibile in questo simpatico videoclip in cui alla fine anche Yves Guillemot dice la sua al riguardo.




Piani a lungo termine per Patrick Bach e Ubisoft Stoccolma

Ubisoft ha grandi speranze per il nuovo studio con sede a Stoccolma, che verrà guidato da Patrick Bach ex capo della DICE.

Queste le considerazioni di Yves Guillemot riguardo il nuovo investimento:

«Crediamo nei talenti e nel fatto che dandogli la capacità di esprimersi e di essere alimentati, anche con tutto ciò che c’è di nuovo e che potrebbe renderli i migliori nel mondo, se gli date abbastanza tempo, saranno in grado di presentare qualcosa che stupirà il mondo. Quindi la nostra strategia è una strategia a lungo termine in cui sappiamo che, se abbiamo abbastanza tempo, con i migliori creatori, puoi creare le migliori esperienze! Quanto potrebbe essere semplice ingaggiare Patrick Bach per creare un nuovo sparatutto militare? ma non è quello che stiamo facendo per Ubisoft Stoccolma. No, perchè Patrick è un ragazzo che ha una fantastica esperienza e che vuole esprimere tutto se stesso nell’industria del videogioco, così noi siamo andati da lui e gli abbiamo detto <<come ti possiamo aiutare per tornare a essere, nuovamente, uno dei più grandi creatore di videogiochi al mondo?>> e lui ci disse cosa voleva, così abbiamo iniziato a costruire passo dopo passo quello che diventerà, a lungo termine, uno dei migliori “studio” nel mondo. Speriamo non ci voglia molto tempo, ma Patrick Bach conosce l’industria del videogioco, e ha molti amici del mestiere che sono interessati a creare un nuovo tipo di esperienza, siamo sicuri che recluterà le migliori persone per poter creare bei giochi che sono sicuro, la gente amerà.»




Guillemot pessimista su Vivendi

Nell’ultimo periodo si è parlato tanto dell’acquisizione di Ubisoft da parte di Vivendi,  società francese attiva nel campo dei media e delle comunicazioni. Molti sembrano felici di questo passaggio multi milionario tranne Yves Guillemot, CEO della software house interessata. È un periodo molto intenso per Ubisoft, vista l’uscita di Mario+Rabbits per Nintendo Switch e l’imminente rilascio di Assassin’s Creed Origins, che potrebbe segnare, nel bene o nel male, il futuro di questo franchise. Ed è proprio in questo periodo che le perplessità di Guillemot si fanno più aspre: secondo il suo pensiero acquisire una software house imponente come Ubisoft non porterà benefici a nessuno dei due. I tempi, la gestione, i ripensamenti, sono pratiche completamente diverse da comuni aziende e se Vivendi non sarà in grado di capirlo potrebbero esserci grossi problemi.
Il CEO di Ubisoft fa notare come, da quando Vivendi non possiede più quote di Activision, il valore delle azioni della società statunitense si è quadruplicato, portando un netto miglioramento in tutti i settori dello sviluppo di un videogioco.
È un tema prettamente economico ma possiamo immaginare che qualunque sarà l’esito finale di questa acquisizione le conseguenze non saranno limitate al solo mercato videoludico.




XboxOneX

Xbox One X aiuterà l’industria a crescere secondo Yves Guillemot

In una recente intervista su Gamespot, il CEO di Ubisoft Yves Guillemot ha dichiarato che la futura console targata Microsoft aiuterà l’industria dei videogiochi a crescere.
Guillemot afferma di avere stipulato un accordo con Microsoft per Assassin’s Creed: Origins, che trarrà vantaggio dalla potenza di Xbox One X, e afferma anche di apprezzare il lavoro che Microsoft sta facendo, puntando non più su periferiche come Kinect ma sulla potenza dell’hardware, che offrirà una maggiore immersione, una IA più convincente e in generale giochi migliori.
Ricordiamo che Assassin’s Creed: Origins è uno dei giochi che saranno pubblicizzati maggiormente per Xbox One X, sulla quale girerà in 4k dinamico con checkerboard rendering e supporto HDR e uscirà il prossimo 27 di ottobre.




Ubisoft registra un significativo aumento delle vendite digitali

Ubisoft ha reso noti alcuni numeri di vendita per il primo trimestre dell’anno fiscale corrente, terminato il 30 giugno, uscendo con un bilancio positivo, specialmente in versione digitale.
Il comunicato stampa rivela che le vendite della società sono aumentate del 45,2%, pari a 202,1 milioni di euro; in particolare, il comparto delle vendite digitali ha registrato un aumento del 55%, pari a 162,4 milioni euro. Ciò significa che le vendite in digitale rappresentano l’80,4% delle vendite, rispetto al 75,3% dell’anno scorso.
Il co-fondatore e amministratore delegato della società Yves Guillemot ha dichiarato: «alimentate dal segmento digitale, le nostre vendite per il primo trimestre del 2017/18 sono andate ben oltre i nostri obiettivi, che si mostrano in crescita del 45% nonostante non ci siano state nuove uscite durante questo periodo.».
Ubisoft ha anche affermato che le vendite del proprio back-catalogue sono arrivate a 190,4 milioni di euro, che rappresentano il 94,3% delle vendite totali contro il 91,1% nel corrispondente trimestre dello scorso anno.
La piattaforma che ha registrato il maggior numero di vendite è PS4, con un 44% di titoli venduti, seguita dalle versioni per Xbox One al 22% e da quelle per PC al 21%.
Quello nord americano resta il mercato più importante, nel quale si registrano circa la metà delle vendite totali, mentre il titolo più importante di tutto il mercato videoludico pare al momento Ghost Recon: Wildlands.
«Grazie alla nostra crescente capacità di coinvolgere i giocatori a lungo termine, combinata con i nostri punti di forza in termini di creatività e unicità dell’offertà» ha continuato Guillemot «siamo ancora più sicuri di raggiungere i nostri obiettivi per il 2017/18 e il 2018/19. Grazie a questi fattori, ci aspettiamo di continuare a essere motori chiave della creazione di valore nei prossimi anni».

 




Ubisoft svilupperà un nuovo Splinter Cell

Molti fan della saga – qualcuno anche nella nostra redazione – sono rimasti delusi per il mancato annuncio da parte di Ubisoft di un nuovo titolo della saga Splinter Cell. Il CEO, Yves Guillemot, ha da poco annunciato che la casa transalpina sta pensando allo sviluppo di un nuovo titolo della serie che vede al centro l’agente Sam Fisher.

«Quello che possiamo dire è che stiamo ricevendo un sacco di bozze e proposte per un nuovo titolo e che ne sceglieremo uno. Penso che prima di poter essere in grado di mostrare qualcosa si dovrà aspettare un po’ di tempo.»

È chiaro che il progetto Splinter Cell non è stato abbandonato, come alcuni credevano, e che Sam Fisher tornerà – speriamo presto – come protagonista di un nuovo titolo. Che Ubisoft non abbia messo da parte la saga e ne stia sviluppando un nuovo capitolo, farà felici molti fan della saga e magari ne avvicinerà di nuovi.