I geroglifici di Assassin’s Creed Origins nascondono un messaggio

Una ricercatrice che ha studiato l’antico Egitto del regno di Cleopatra VII – periodo in cui è ambientato l’ultimo titolo di Ubisoft – ha tradotto i geroglifici usati in alcuni fotogrammi ed inquadrature promozionali del gioco, scoprendo che in Ubisoft i designer hanno davvero fatto bene il loro lavoro. C’è un messaggio nei simboli utilizzati che è storicamente accurato rispetto al periodo in cui si svolge la storia nel gioco.

Ciò è interessante poiché solitamente nelle avventure ambientate nell’antico Egitto questi simboli sono utilizzati come grammelot  o riempitivi considerato che l’utenza non è tenuta a conoscere la differenza fra un geroglifico e l’altro. Mentre Claire Manning fa notare che ci sono alcuni caratteri riempitivi nella seguente immagine si può tradurre comunque dai geroglifici del Medio Regno, che la ricercatrice ha studiato durante il suo percorso universitario in Australia.

E guarda un po’, l’immagine sembra contenere la frase “tutto può essere” che può benissimo intendersi come parte della celebre frase “nulla è reale, tutto è lecito”. Ma non solo, scorrendo fra i tweet ci imbattiamo anche in un’ulteriore conferma: parte del testo sembra richiamare un ancora più conosciuto motto: “agiamo nell’ombra per servire la luce”. Entrambe le frasi chiaramente si riferiscono al secondo capitolo della saga, che aveva come protagonista Ezio Auditore.
Il thread della Manning ha riscosso molte attenzioni durante lo scorso weekend, inclusa quella di Ubisoft. Parte della promozione del gioco infatti si incentra sull’iniziativa di machine-Learning  sviluppata in collaborazione con Google, per la traduzione dei geroglifici. Di seguito il filmato che la illustra:

 

Assassin’s Creed Origins  arriverà nei negozi il prossimo 27 ottobre.