Sensorialità virtuale: come l’ASMR entra nei videogame

Forse vi sarà capitato, sfogliando fra le migliaia di video su YouTube o durante qualche live su Twitch, di vedere qualcuno alle prese con determinati oggetti, bisbigliare strani suoni, accanto un microfono quasi fantascientifico e che probabilmente non avete mai visto. Negli ultimi anni il fenomeno dell’ASMR sta spopolando tra utenti casual, ma sta cominciando a esplodere anche in ambito videoludico, con ASMRtist alle prese con il videogioco del momento oppure, eseguire un role-play con i vostri personaggi preferiti. La pratica ha origini molto recenti ma, ciononostante, grazie alla sua facilità d’uso e all’ampia dispersione mediatica del web, ha già raccolto numerosi seguaci, innalzando anche la popolarità dei suoi esecutori. È probabilmente uno dei il trend del momento, anche in Italia, nonostante la maggior parte di voi non ne abbia mai sentito parlare, con più di 5 milioni di video disponibili su YouTube e un aumento delle ricerche del 200%.
Ma esattamente cos’è l’ASMR, come funziona e soprattutto, può avere un ruolo pratico all’interno di un videogioco? Questo articolo cercherà di fornire adeguate risposte.

Brancamenta

Autonomous Sensory Meridian Response è quanto risulta dall’acronimo; nonostante suoni così distante, e sia riferito a elementi prettamente medici o psicoanalitici, è un’esperienza che tutti noi abbiamo in qualche modo fatto almeno una volta nella vita. Tutto è riassunto attraverso una piacevole sensazione fisica (Tingle) (brividi, formicolii, rilassamento), partendo dal cuoio capelluto alla schiena, attraverso stimoli uditivi, visivi e tattili (trigger). Un esempio pratico può essere la pelle d’oca prodotta dall’ascolto di una determinata canzone o la visione di alcuni gesti della persona di fronte a voi, sensazioni che non sono passate inosservate nemmeno alla comunità scientifica che, tuttora, non riesce esattamente a spiegare il perché della risposta a determinati stimoli ma soprattutto alla diversità con cui l’essere umano si interfaccia a tale pratica. Se ci pensate, è incredibile che tutto questo abbia avuto un nome solo recentemente. Il percorso dell’ASMR è in qualche modo collegato al concetto di sinestesia (in cui più sensazioni distinte possono essere recepite contemporaneamente per diverse vie sensoriali), prima vista diffidenza ma poi, una volta misurata, è divenuta territorio di numerose ricerche scientifiche.
Proprio ultimamente è stato realizzato un primo studio degli effetti che tali video producono agli utenti che ne fanno uso: la Dottoressa Giulia Poerio, dell’Università di Sheffield ha verificato una riduzione della frequenza cardiaca di 3,14 battiti al minuto, con sensazione di benessere generale, rispetto a coloro che in precedenza non avevano avuto alcuna esperienza ASMR. Serviranno ulteriori studi in tal senso, ma le prime stime risultano abbastanza incoraggianti.
Entrano dunque in scena gli o le ASMRtist, in grado di provocare in maniera del tutto arbitraria le sensazioni citate, attraverso un’ampia gamma di suoni, gesti e soprattutto fantasia, perché non tutti rispondono allo stesso modo. Tra whispering, tapping, inaudible, toni bineurali (che vedremo più avanti) e mille altre varianti, la percezione dell’ASMR varia da persona a persona, rendendo difficile capire l’associazione esatta o magari preferita dagli utenti. È per questo che una buona ASMRtist deve essere dotata di un “coltellino svizzero” che racchiuda tutti i meccanismi necessari per fare breccia in un determinato utente che a sua volta, può legarsi in maniera empatica alla sua produttrice di brividi preferita.
Una delle varianti più in voga è il gioco di ruolo in cui l’ASMRtist ricopre una determinata posizione sia del mondo reale (parrucchiera, bibliotecaria, etc) sia del fantastico, dove entrano in scena personaggi di serie TV ma soprattutto videogame.

Coccole videoludiche

Il mercato dei videogame è ormai uno dei più redditizi al mondo, appaiono dappertutto e la maggior parte della popolazione mondiale ne fa uso. L’ASMR non poteva che entrare anche in questo mondo, che del resto regala tantissimi spunti per creare video ad hoc. Data la sua enorme popolarità, Fortnite è il videogioco più gettonato con video che spaziano da semplice gameplay con un commentary in whispering o role play vero e proprio, in cui l’artist in versione cosplay, sfrutta il contesto non solo per discutere del gioco in questione ma anche di altri temi a esso correlati. L’ASMR associato ai videogiochi funziona proprio perché l’atto di videogiocare è già associato automaticamente al concetto di relax e di passatempo, per cui gli appassionati possono unire l’utile al dilettevole, seguendo il proprio gioco preferito e al contempo rilassarsi. Da notare come l’ASMR renda alcuni titoli maggiormente più alla portata di tutti: un esempio su tutti sono gli horror come Alien Isolation o Outlast che basano sulle palpitazioni e l’ansia la loro natura. Per molti utenti si è verificato una maggiore facilità nel seguire i loro gameplay, anche per le persone più sensibili. Inoltre, ancora più interessante, aiuterebbe a diminuire la dipendenza da videogioco ma soprattutto l’assimilazione di nuove informazioni derivanti dal videogiocare, permettendo un miglioramento delle capacità cognitive (ne parleremo in dettaglio un’altra volta).
Dunque, l’ASMR sembra avere un ruolo attivo, creando reale benessere e aiutando alcune persone a star meglio con se stesse. Allora perché non provocarlo arbitrariamente in altri contesti, come il videogioco? Purtroppo la risposta non è così semplice.

ASMR & gameplay

Una risposta a tale domanda è molto difficile, principalmente perché non tutti rispondiamo all’ASMR allo stesso modo. Non si tratta soltanto di mero “gusto”, per cui se a un utente piace l’inaudible magari a un altro no. Molte persone provano quasi idiosincrasia verso determinati suoni o gesti, una repulsione che diventa fattore di rischio qualora si vogliano implementare elementi di tale natura all’interno di un videogioco. Questa disparità è ancora oggetto di studio.
A dir la verità alcuni tentativi sono stati fatti, prendendo come esempio su tutti Hellblade: Senua’s Sacrifice. Sviluppato da Ninja Theory, Hellblade racconta la storia di Senua, una ragazza affetta da schizofrenia e problemi psichici, nella Gran Bretagna barbara in epoca romana. Proprio l’audio è una componente fondamentale in cui l’utilizzo di un microfono bineurale è riuscito a riprodurre le decine di voci che Senua è costretta ad ascoltare nella propria testa. Hellblade è un titolo potente anche grazie all’utilizzo sapiente di suoni e voci di natura diversa in grado di riprodurre le allucinazioni uditive della protagonista e capaci di calare il giocatore nella condizione di chi sia affetto da simili problematiche ed è per questo che è caldamente consigliato l’utilizzo di buone cuffie. Quindi, anche se non è l’obiettivo primario dell’opera, Hellblade: Senua’s Sacrifice può considerarsi un ottimo esponente dell’ASMR, in quanto riesce a coniugare tutte le sensazioni ed emozioni derivanti in maniera autentica.
Ma un ruolo fondamentale all’interno di un videogioco lo detiene la musica, che molte volte, unita al contesto, basta e avanza per produrre ASMR. Basti citare molte boss fight di From Software, come i principi gemelli Lorian e Lothric in Dark Souls III o quanto avviene in Nier: Automata. Molte volte basta solo il ricordo di alcuni momenti per risvegliare in noi tali sensazioni che in fin dei conti sono sempre esistite ma a cui solo con un certo grado d’attenzione facciamo caso.
Tapping, scratching, eating e molto altro, benché presenti in qualche modo all’interno di un videogioco, per esigenze di trama o caratterizzazione, sono suoni che se riprodotti con una certa frequenza possono indurre fastidio, rovinando di conseguenza l’esperienza di gioco. Per non rischiare, dunque, si punta sul sicuro: musica, recitazione (audio/video) e suoni a più ampia portata e che tutti ascoltiamo normalmente.
Lo studio sull’ASMR e le sue applicazioni comunque procedono spedite, e chissà che un giorno non molto lontano non potremo avere titoli specificatamente studiati per provocare queste sensazioni, sperando che una simile moda (se esploderà) non saturi il mercato. Perché, purtroppo, dietro una soluzione può nascondersi un problema ancora più grande. Ma questa è un’altra storia.




Reverse: NieR: Automata al contrario

Dopo aver percorso la storia di God of War a ritroso, scoprendo che effettivamente potrebbe funzionare anche raccontata al contrario, ecco lanciarci su un titolo estremamente ambizioso e diretto da quel Yoko Taro che, come ogni game director giapponese di successo, deve essere estremamente eccentrico.
Il suo NieR: Automata ha sorpreso critica e pubblico grazie al suo design e soprattutto al stile narrativo, che è riuscito a risaltare una trama interessante, ma che non ha brillava per originalità. Raccontare la storia di Automata può essere arduo, ma riassumendo: migliaia di anni nel futuro, l’umanità è quasi estinta a causa di un’invasione da parte degli alieni prima e delle biomacchine da loro create poi. Per riprendersi il pianeta gli umani creano degli androidi con elevate capacità di combattimento, e i nostri protagonisti 2B, 9S e A2 cercheranno di svelare gli innumerevoli misteri dietro questa guerra.
Il risultato, una volta terminate le run principali, è una storia affascinante e pervasa di teatralità. Ma vediamola al contrario, avvisandovi come sempre, della massiccia dose di spoiler da qui in avanti.

Il gioco comincia con una particolarità: improvvisamente, nonostante il menu sia stato appena avviato, tutto l’equipaggiamento, le risorse e anche l’intero salvataggio di gioco viene immesso all’interno del titolo. Vieniamo introdotti da un filmato, dove alcuni droni Amazon del futuro smembrano i corpi di una coppia, evidentemente non  umana ma circondati da un alone di adulterio e, una donna, che guardando l’alba, aspetta il ritorno del suo amato. Improvvisamente però, cominciano a spuntare migliaia di palline che sparano altre palline, rettangoli e nomi, provocando le stesse sensazioni di un trip di LSD durante una partita dell’Inter. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Tutto questo è preludio di una trama molto articolata, e che molto probabilmente vi terrà inchiodati allo schermo: veniamo accolti dalla vita quotidiana di un mondo che ne ha passate tante ma che ha trovato modo di ricominciare. La vera coppia di androidi, protagonista delle vicende, si risveglia dopo un probabile amplesso che solo Yoko Taro potrebbe apprezzare ma che è indubbiamente finito male. I due, come se nulla fosse, si risvegliano, estraendosi le spade dal corpo e cominciando a litigare a suon di katana.
Nel frattempo compare dal nulla un’enorme struttura attorno ai due contendenti il cui nome scopriamo essere 9S e A2. Proprio il primo, che evidentemente rappresenta tutti i canoni della schizofrenia (da cui la S del nome appunto), e protagonista della prima cutscene, comincia a blaterare cose senza senso e, correndo al contrario, riuscirà a uscire dalla struttura, trovandosi davanti a due gemelle in lotta con strane macchine. Sono forse due buttafuori in preda a badare un’enorme folla che cerca disperatamente di entrare? Putroppo non c’è dato saperlo.
Passiamo ad A2 e al suo sobrio completino. La vera protagonista di questa storia, si ritroverà a salvare uno strano villaggio composto da biomacchine e il cui leader Pascal, di chiara origine francese, ringrazierà l’eroina indicando il punto preciso in cui si farà trovare la sua rivale in amore, anch’ella presente nella prima cutscene insieme a 9S. Nonostante liti e incomprensioni però, 9S e A2 si vogliono molto bene, malgrado lei sappia della fissazione del suo ragazzo per la loro cameriera.
A2 (A è solo un intercalare con cui viene chiamata 2) non si farà scappare l’occasione, trafiggendo senza pietà la sensuale cameriera che probabilmente, in un lontano passato, ha sedotto il cuore del giovane 9S. Ma la nostra protagonista è subdola: prendendo il posto della sua ultima vittima, è convinta di poter riconquistare per sempre il cuore del suo amato e, fingendo di essere ferita, camminerà al contrario (ancor più difficile coi tacchi alti) pur di ricongiungersi a lui.

Il loro ricongiungimento, darà vita a una nuova fazione denomitata YoRHa (Young Rising Hallelujah)  all’interno di una stazione spaziale da loro costruita. L’inizio è un po’ traumatico, ma pian piano ogni tassello andrà al proprio posto, inneggiando il credo del vero amore.
Ma questo sentimento è minacciato dall’avvento di una coppia di fatto, che può minare le basi della nuova società creatasi. Con i nomi presuntuosi e provocatori di Adam ed Eve decidono di dare battaglia a 9S e A2 per sancire una volta per tutte chi detiene il diritto di poter creare una famiglia. Ovviamente non poteva mancare l’intervento della Santa Biomacchina Ecclesia, la quale, appresa la notizia dei nuovi Adamo ed Eva, ha reagito in maniera vigorosa, battezzando nuovi fedeli e dando vita a numerosi seguaci, culminando con l’elezione del un nuovo Papa Kierkegaard.
Il supporto della Chiesa sarà fondamentale (almeno agli occhi dei fedeli), ma non basterà. Pur di vivere assieme al suo Eve, Adam costruisce un’intera città, un nido da d’amore interrotto dall’arrivo in moonwalk di A2, giusto poco prima di dare un tocco di vernice ai vari edifici.
La nostra eroina ritroverà 9S rapito da Adam solo per dimostrare di essere un fedele cristiano, nonostante ami lo stesso sesso. Nonostante tutto risulti abbastanza grottesco, A2 finalmente capisce: non importa che tu sia un crotalo o un pavone, l’importante è che se ami, va bene comunque. Per suggellare la ritrovata consapevolezza, A2, 9S e tutti gli androidi dell’associazione YoRHa, con il patrocinio della Santa Biomacchina Ecclesia, costruiscono un enorme pesce biomeccanico, atavico simbolo della cristianità, millenni prima.
Sul finire, le coppie ormai createsi e libere di vivere il loro amore, decidono di andare ognuna per la propria strada. A2 e 9S sugellano la loro unione con viaggio di nozze al Luna Park, accolti dalla più grande cantante lirica del momento Simone, capace di attirare su di sé lampi e fuochi di ogni genere prima di ritirarsi definitivamente.
Ma la loro natura è un’altra: sentono che manca qualcosa e quel qualcosa è un figlio. Proprio sul finale, un’immensa luce scaturita dal loro amore darà vita a Engels, una gigantesca biomacchina che, successivamente, aiuterà il proprio popolo tramite intervento divino; ma questa è un’altra storia. Non somiglia per niente al padre; che anche A2 nasconda qualcos’altro? Forse la risposta verrà data nell’eventuale sequel.
Inoltre, non sapremo mai che fine abbiano fatto Adam ed Eve, ma siamo certi che ovunque essi siano, vivano il proprio amore in totale libertà, così come A2 e 9S, anche se quest’ultimo, non saprà mai la vera identità della sua cameriera.

Non trovate sia più bella così? NieR: Automata può divenire una storia ricca di simbolismi e del tutto attuale, invertendo il percorso narrativo.