Star Citizen: Cloud Imperium Games chiarisce le ragioni del prestito

Ha destato scalpore la notizia riguardo il prestito contratto da Cloud Imperium Games e dalla sussidiaria Foundry 42 con la banca britannica Coutts & co.
Si sono susseguite vari ipotesi e commenti al riguardo, al punto che Ortwin Freyermuth, co-fondatore e vicepresidente di Cloud Imperium Games, si è sentito in dovere di intervenire sul forum di Robert Space Industries per spiegare la situazione:

Freyermuth ha spiegato che la società ha diritto a un rimborso fiscale da parte del governo in virtù del tax credit, ma che questi soldi arriveranno soltanto l’anno successivo alla rendicontazione delle somme. Il prestito – consigliato dai consulenti finanziari della società – servirebbe dunque ad anticipare alcune spese e a sfruttare a proprio vantaggio tassi d’interesse favorevoli rispetto a fluttuazioni di valuta a oggi incerte.
La proprietà di Star Citizen e i relativi diritti sul titolo non sarebbe dunque in pericolo, visto che la garanzia primaria è costituita proprio dal rimborso fiscale erogato dal governo britannico, del cui incasso non si potrebbe dubitare; nella remota ipotesi in cui qualcosa andasse storto – conclude Freyermuth –  le aziende avrebbero comunque le risorse per rientrare della scopertura.




Star Citizen in mano alle banche

Lo sviluppatore di Star Citizen non sembra navigare in ottime acque: Cloud Imperium Games, e con esso la sussidiaria Foundry 42, nonostante abbiano raccolto oltre 150 milioni di dollari su Kickstarter per finanziare il proprio progetto, partendo da un obiettivo di 6 milioni di dollari, hanno richiesto un ulteriore prestito dalla banca Coutts & co., offrendo in garanzia tutti i propri principali asset, incluso lo stesso Star Citizen e i diritti di distribuzione.

La banca ha dunque di fatto in mano il gioco allo stato attuale, concedendo una licenza per continuare il lavoro di sviluppo:

24. LICENCE

24.1 The Chargee, (bank), hereby grants to the Chargor, (CIG), an exclusive license, revocable only in accordnance with Clause 24.2, to develop, produce, exploit and otherwise deal with the Game.

24.2 The Chargee, (bank), may terminate the license granted pursuant to Clause 24.1 above upon the happening of an Event of Default which remains unremedied on the date failing 60 days after the the Chargee has given written notice to the Chargor of such Event of Default.

Risulta chiaro come il mancato rientro della posizione comporterebbe per lo sviluppatore la perdita di ogni diritto sul titolo, a totale danno dei backer che lo hanno supportato in fase di crowdfunding.
I dati sono ricavati dal sito ufficiale del governo britannico, tra i quali possiamo leggere anche il documento ufficiale di sottoscrizione del mutuo da parte di Cloud Imperium Games e della sussidiaria Foundry 42: non sono pubblici dettagli quali l’ammontare del prestito né le tempistiche e modalità di rientro ma, già dai dati presenti nella registrazione del prestito del 13 giugno 2017,  è ricavabile come lo stato finanziario dell’azienda sviluppatrice non sia stato giudicato ottimale dalla banca erogante. Restando speranzosi riguardo il destino di Star Citizen, ci si chiede come Cloud Imperium Games abbia gestito i numerosi fondi ricavati dal folto numero di utenti che ha creduto nel progetto.